Maurizio Valenzi, anni '40-2009

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estremi cronologici anni '40-2009
storia archivistica La documentazione è stata raccolta e organizzata da Maurizio Valenzi presso la sua abitazione di via Manzoni a Napoli; successivamente alla sua morte l'archivio è stato spostato presso la sede della Fondazione a lui intitolata.
L'archivio con decreto n. 775 del 3 giugno 2010 è stato dichiarato di interesse culturale particolarmente importante ai sensi degli articoli 10 e 13 del Dlgs 42/2004.

Il lavoro del 2021 è stato realizzato con contributo per la realizzazione di progetti riguardanti interventi da effettuarsi su archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori o di loro esponenti ai sensi della legge 27 dicembre 2017, n. 205 - cap. 3121.
criteri di ordinamento La documentazione cartacea si presentava raccolta in fascicoli, poco dopo l'istituzione della Fondazione Valenzi è stata oggetto di un intervento di descrizione, ordinamento e classificazione; negli anni successivi alla descrizione in oggetto sono stati pubblicati alcuni volumi con citazioni di documenti corredati da segnature.

In seno all'intervento di riordino e descrizione del 2021 i fascicoli sono stati oggetto di una prima analisi per comprendere se l'organizzazione in cui si presentavano era frutto della volontà del soggetto produttore o il risultato di riordinamento successivo.
Al termine dell'analisi si è evinto che i fascicoli, spesso forniti di titolo originale coerente con la documentazione contenuta, avevano quasi sempre una logica comune nell'aggregazione dei documenti, logica che si può riassumere nell'abitudine di creare fascicoli tematici e di continuare ad incrementarli anche da un decennio all'altro.
E' stato possibile, talvolta, unire fascicoli o ricondurre singoli documenti a fascicoli esistenti, in nessun caso sono stati creati fascicoli ex novo.

Valenzi creava fascicoli intorno ad un argomento inserendo documenti anche di molto precedenti lasciando il fascicolo concettualmente aperto; non è infrequente trovare in fascicoli della sindacatura documenti successivi, questo perché il tema continuava ad essere seguito e incrementato con appunti, osservazioni e ritagli stampa.
Analogamente i fascicoli "di studio" coprono archi temporali ampi perché ad esempio, nello studiare un argomento venivano recuperati documenti precedenti e poi lo studio produceva un intervento ad un convegno o un articolo, restando comunque aperto come fonte per riflessioni successive o ulteriori interventi.

L'ultima osservazione riguarda le segnature frutto del primo intervento di descrizione/riordinamento; è stato necessario tenerle per non nullificare le citazioni nei testi già editi.
Alla luce di queste considerazioni, che delineano un archivio fatto di fascicoli mai chiusi, è chiara la difficoltà nel dividere l'azione di partito da quella istituzionale, così come è complesso individuare le cesure tra il senatore, il parlamentare europeo, il sindaco.
Come spesso accade nei riordinamenti, al termine del lavoro emerge la logica di sedimentazione delle carte che "somiglia" all'uomo che le ha prodotte ed organizzate; un flusso continuo di impegno politico e istituzionale in cui le azioni (e quindi le carte prodotte) non erano mai ascrivibili ad una attività puntuale, e laddove accadesse l'input iniziale restava un interesse vivo anche dopo aver esaurito l'incarico.

Le serie sono state create ex novo, i fascicoli sono stati riordinati e rinumerati in ordine cronologico per serie di appartenenza; non si esclude l'incremento futuro con altra documentazione, attualmente non censita ma esistente presso gli eredi.

La parte iconografica e audiovisiva è stata conservata separatamente, in alcuni fascicoli sono presenti fotografie o disegni.

Una parte delle opere d'arte costituisce l'allestimento della mostra permanente presso la Fondazione, un'altra parte è conservata in ambienti e contenitori dedicati; di tutto il corpus è in corso il lavoro di catalogazione.